07 Informazione supplementare Coira, città a statuto corporativo Dopo l'incendio della città nel 1464, l'imperatore Federico III concesse a Coira il diritto di fondare delle corporazioni. In tal modo la città si emancipò notevolmente dal potere del vescovo. Da allora la vita cittadina era regolamentata dal nuovo ordinamento corporativo. Chi voleva esercitare autonomamente un mestiere artigianale o ricoprire una carica politica doveva aderire a una corporazione. Le donne e coloro che non godevano del diritto di cittadinanza o che svolgevano i cosiddetti «mestieri vili», come per esempio i boia, erano esclusi dalle corporazioni (in tedesco).Illustrazione: Archivio della città di Coira, StadtAC A I/1.55.03 + Essendo Coira una città relativamente piccola, le varie professioni furono suddivise in 5 corporazioni. Nella corporazione dei vignaioli rientravano soprattutto i proprietari terrieri.Grafica: Museo retico + La corporazione dei calzolai comprendeva i macellai, i conciatori e i calzolai.Grafica: Museo retico + Appartenevano alla corporazione dei sarti i mercanti di stoffe, i tagliatori di panni, i droghieri, i pellicciai, i tessitori, i cordai, i sarti e i cappellai.Grafica: Museo retico + Scalpellini, muratori, falegnami, imbianchini, vetrai, sellai, carradori, bottai, fabbricanti di ruote, orafi, stagnai e fabbri facevano parte della corporazione dei fabbri.Grafica: Museo retico + Rientravano nella corporazione dei fornai i piccoli mercanti, i venditori di cereali, gli osti, i pescatori, i barbieri, i balneatori, i cuochi e i panettieri.Grafica: Museo retico + Per esprimere il proprio voto in occasione dell’elezione di una carica pubblica, la corporazione dei vignaiuoli usava un apposito barattolo che fungeva da urna elettorale. I membri della corporazione potevano esprimere il loro voto con un gettone.Foto: Museo retico +