Lo stambecco: storia di un animale araldico
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Fin dall'Alto Medioevo lo stambecco rampante adorna lo stemma dei vescovi di Coira. In seguito, l'imponente animale finì dapprima sullo stemma della Lega Caddea e infine su quello del Cantone. Oggi nella pubblicità, in particolare in quella legata al turismo, lo stambecco funge da vera e propria mascotte dei Grigioni.
I Grigionesi però non hanno sempre avuto tanta cura del loro animale araldico: lo stambecco era cacciato perché gli venivano attribuiti poteri quasi magici. Quasi tutte le sue parti venivano utilizzate per prodotti a scopo curativo. La polvere delle sue corna, come quella esposta nella vetrina, era per esempio considerata un rimedio contro l'impotenza sessuale. Alla metà del XIX secolo la grande richiesta di prodotti di stambecco portò alla completa estinzione dell'animale.
Solo il re d'Italia possedeva ancora degli stambecchi nella sua riserva di caccia in Piemonte. La Svizzera tentò di ottenere alcuni esemplari per la reintroduzione, ma il re respinse la richiesta. Si passò dunque a metodi meno ortodossi: nel 1906 vennero reclutati dei bracconieri perché rubassero dei piccoli di stambecco al nostro vicino meridionale. L’impresa ebbe successo e i discendenti degli animali rubati furono gradualmente reintrodotti nelle Alpi svizzere. Il Cantone dei Grigioni è così tornato ad avere una colonia del suo animale araldico.
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